Un viaggio pensato e progettato
in poco tempo e con poche aspettative, ma come da migliore tradizione ci ha smentito alla grande riservandoci una bella avventura.Partiamo dal porto di Ancona
io Elisa e le nostre due KTM690 enduro. Siamo alla ricerca di strade libere dal traffico e meglio ancora se sterrate ed immerse nella natura. Io ho voglia di provare la mia nuova moto preparata per i lunghi viaggi grazie all’intervento di MST che l’ha dotata di una carenatura frontale degna di una moto dakariana. Insomma ci siamo, dopo una notte di navigazione approdiamo al porto di Durazzo punto di partenza del nostro giro dei Balcani.Le prime strade
che ci si presentano sotto le gomme sono in ottime condizioni e ci conducono verso valli tranquille e con poco traffico. Destinazione della tappa la storica cittadina di Berat. La sua archittettura e la conformazione dell’insediamento arroccato su una collina le conferisce un fascino particolare e del tutto personale. Visita d’obbligo del centro e sistemazione in un bell’albergo nel centro nuovo che costeggia il fiume, dove piccoli locali e ristoranti animano le serate estive.
Giorno dopo
altro giorno altra storia, già uscire dal paese non è cosa semplice, ricercando la traccia segnata sul GPS che ci avrebbe condotto verso Girocastro, ma grazie alla gente del posto attraversiamo la città passando per piccoli vialetti che neppure a piedi avrei mai pensato di visitare, e dopo poco eccoci sulla direzione corretta. Prendiamo il ponte attraversiamo il fiume e iniziamo la nostra salita su una bella strada che costeggia il versante opposto del fiume Osum. Pochi chilometri e ci troviamo a percorrere la vecchia strada militare costruita dal Genio italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Circa 100km da Berat a Girocastro attraverso valli selvagge e dove i piccoli paesi che incontriamo profumano di passato. Più ci spingiamo verso la nostra meta più la strada perde le caratteristiche di strada per assumere quelle di carreggia. Sali e scendi, curve e tornanti ci impegnano fino a spuntare in un piccolo borgo, dove ci fermiamo per pranzo. Nel pomeriggio raggiungiamo facilmente Girocastro, la città delle mille finestre.Nei giorni successivi
passeremo dal campeggiare sulle spiaggie del mare Adriatico di fronte all’isola greca di Corfù a sconfinare in Grecia per meglio raggiungere le valli del nord. La frontiera Greco Albanese deserta ed un po’ inquietante ci apre le porte della valle del Permet, dove le nostre KTM690 si inerpicano all’interno di gole mozzafiato. Così come quella del Permet anche la valle del Korce non è da meno. Le strada in parte asfaltata e in parte sterrata ci permette di raggiungere il piccolo borgo omonimo di Korce non molto lontano dal lago Orid al confine con la Macedonia. Da qui puntiamo verso Ovest, attraverso una valle molto profonda che in piccolo ricorda le gole del Dades in Marocco. La strada sterrata che segna di bianco la valle ci porta verso Tirana, capitale del paese delle due aquile.
Breve soggiorno nella piacevole Tirana
e si riparte verso Nord Est direzione il confine con il Kossovo. Raggiungiamo Kukes piccola cittadina di confine, molto differente dalla capitale che strizza l’occhio allo stile delle città dell’Europa occidentale. Kukes è un salto diretto e profondo verso uno stile che mi ricorda quello studiato e visto sulle illustrazione delle città operaie dell’Unione Sovietica degli anni 60/70. Palazzoni abbandonati a se stessi, tutti uguali, con le loro cisterne dell’acqua di colore blu acceso che danno una piccola macchia di colore ad un paesaggio molto in bianco e nero. Parcheggiate le moto in un garage che poteva fare paura al re dell’horror Steven King prendiamo possesso della nostra camera nell’unico albergo della città. Il giorno successivo ci attende una valle spettacolare che blandendo il confine con il Kossovo ci porterà fino al molo di imbarco del traghetto che ci immergerà in fiordi che nulla hanno da invidiare a quelli norvegesi. Quattro ore di navigazione attraverso rocce altissime a picco sul lago Komani, ci permettono di riposarci e godere di un paesaggio spettacolare attraverso un mezzo di locomozione del tutto particolare.Alla sera siamo nella bella Scutari
città turistica e piena di vita, ogni tanto ci vuole un po’ di buon caos cittadino. La nostra avventura albanese sta volgendo al termine proprio quando ci inoltriamo nella valle del Cermit. La sua strada una volta tutta sterrata ora solo gli ultimi chilometri verso il Montenegro, è famosa per una serie di curve che scalano la montagna che spesso sono fotografate come tra le più belle da fare in moto. Così dopo un’indigestione di curve, tornanti, polvere e paesaggi con piccoli borghi che spesso mi portano alla mente l’est europa ci troviamo di fronte alla frontiera Montenegrina.
Prossima tappa
l’indimenticabile parco del Durmitor dove campeggiamo in un paesaggio alpino che ricorda e non a caso, le nostre dolomiti. Infatti proprio da queste regioni che nasce la catena dolomitica che raggiunge il suo splendore proprio a casa nostra. Il freddo che abbiamo affrontato nella nostra tenda è stato ripagato da un percorso indimenticabile. Prati di un verde brillante fanno da base a delle rocce calcaree che disegnano il contorno di un percorso che fatto in moto è il top! Piccole strade immerse nel verde alpino presto si trasformano in sterrati che ci conducono di collina in collina e senza accorgercene eccoci in Serbia.Sosta obbligata
a Monstar simbolo della rinascita con il suo ponte ricostruito dopo la guerra civile dell’ex Jugoslavia. Pochi giorni di riposo dedicati alla visita storica d questo piccolo paese che ancora oggi ti permette di respirare ciò che la violenza umana ha potuto generare e poi verso il rientro a casa.Così volge al termine
il nostro viaggio raggiungendo il porto croato di Zara. Dopo 4500km e un Albania che ci ha stupito ed affascinato e un passaggio veloce, ma comunque non privo di emozioni, in Montenegro e Serbia, spegniamo le nostre due KTM690 in box che raggiungono la meta senza nessun problema e pienamente soddisfatto del kit carene MST che mi ha permesso di affrontare il viaggio con la giusta protezione aerodinamica e il giusto confort.Quindi ora
una bella lavata, la giusta messa in ordine e poi pronti a progettare il prossimo viaggio.